Salvatore Esposito è nato a Gallipoli nel 1937. Dal 1960 è a Milano all’Accademia di Brera dove frequenta i corsi di Mauro Reggiani. Dopo l’Accademia soggiorna a Milano, Berlino e Parigi. Visita l’Africa del nord, la Spagna, Londra e New York. Tuttavia, in Esposito resta una verità artistica fatta di lirismo mediterraneo, rafforzata di peregrinazione studio di Giacometti a quello di Rauschenberg

Approdato a Milano negli anni sessanta, la città delle grandi promesse, da giovanissimo viene invitato a partecipare al prestigioso premio San Fedele. Proprio da questa partecipazione prende inizio la mostra. Il dipinto “Una finestra per Ginetta” che non riuscì a fargli vincere l’ambito premio nel 1962, ma che sancirà l’inizio di un lungo percorso che lo porterà a meritarsi la cattedra all’Accademia di Brera, apre idealmente l’esposizione, come antefatto delle opere del decennio in oggetto.

Come dice Marco Valsecchi: “i quadri più lontani nel tempo accostano il paesaggio con un apertura di prospettive ancora naturalistiche. Ma già il colore e la sintesi formale, a macchie espanse, a zonature cromatiche, se ne distaccano e impongono una visuale diversa.” Una visuale che lo porteranno verso un “astrattismo lirico”, una retinatura cromatica cangiante che diventerà per molto tempo la sua riconoscibile cifra stilistica.

Il tema del mare e il rapporto con la Sardegna è fortissimo nell’opera dell’artista. La sua ultima grande mostra è stata organizzata a Sassari nel 1999 al Palazzo della Provincia.

*Fonte: l’articolo come le foto nella pagina, provengono dal sito dell’artista www.salvatoreespositopittore.tumblr.com

L’incendio della pittura
Sin da bambino Salvatore Esposito osserva la natura, il fluttuare dei colori sulla terra, le digressioni ombrose delle nuvole sulla tavola del mare. La sua pittura si è permeata di questo stato di cose mutevoli e nella sua pennellata ripetuta e cadenzata si trovano stratificazioni cromatiche, inizi e memorie, il tutto a manifestare qualcosa di nuovamente vivo. Il paesaggio dunque, dove scorre il vento e la corrente, e la vista si allontana, a tenere libero lo spazio e noi stessi dentro e fuori del quadro, a raccontare un momento della terra o del mare, capovolgendo la visuale, e inabissandoci nei suoi fondali.
Per molti anni infatti, il pittore ha esplorato il mare da sub, dapprima nella sua natìa costa salentina e successivamente e per più tempo, lungo tutta la costa sarda che da Capo Caccia va a Capo Marargiu. Ciò che ha riportato da quegli ambienti sommersi sono tratti fulminei di luci cangianti, irridescenze fugaci e irripetibili, una realtà silenziosa e festosa, luccichii a cui è difficile non voler appartenere.
Ed ecco allora il suo ottantesimo compleanno. Sono cambiate le luci dei cieli? Suona diverso il fruscio delle erbe? Con lo stesso incanto di sempre, Salvatore Esposito ripone il suo occhio pittorico attorno a sé e continua a tradurre ciò che vede e che sente.

Per festeggiare i suoi 80 anni, Salvatore Esposito dona alla Comunità di Villanova Monteleone, un grande quadro intitolato “ Mare aperto di Villanova Monteleone”. Realizzato nell’84 è stato collocato per una decina d’anni sino ad oggi nella sala comunale a Su Palatu’ Sas Iscolas.

Il dono come testimonianza di una presenza e di un passaggio, un gesto simbolico attraverso il quale noi possiamo concepire l’opera d’arte come relazione, e nel respiro del dare e del ricevere comprendere l’opera d’arte stessa come dono e in questo caso un dono anche quello che il quadro raffigura. Il desiderio di Esposito, celato nell’atto della donazione, è che si possa guardare con occhi nuovi il paesaggio che ci sta attorno e di cui noi facciamo parte, e che dagli occhi passi lo stimolo di cura e di responsabilità rispetto al territorio da parte delle giovani generazioni e di tutti.

Oltre al quadro donato, sono in mostra altri dieci disegni. 70X100, tecnica mista su carta intelata, sono disegni preparatori alla pittura. Ricerca, preparazione, annotazione, momenti fissati dal colore. Quattro di questi raffigurano il nascere e lo svolgersi di un incendio, scoppiato in una lontana estate del 1969 sul monte pianeggiante nella valle davanti alla casa del pittore. E poi altri quattro paesaggi e due fondali marini, a raccogliere e narrare lo scorrere del tempo e l’impatto della bellezza della natura sulla vita di ognuno e ognuna di noi.

Coquelicot Mafille*

 

 

Mostre personali
1999 – Sassari, Palazzo della Provincia
1994 – Macomer, Galleria Kairòs, “Pittura/scrittura”, dedicata all’amico Giovanni Tola
1989 – Milano, Studio d’arte 111
1978 – Milano, Galleria Schubert, “Mare aperto 1”
1974 – Firenze, Galleria Pic-Pus
1971 – Milano, Galleria Schubert
1969 – Lugano, Galleria Boni e Schubert
1967 – Sassari, Galleria il Cancello
1965 – Milano, Galleria l’Indiano
1963 – Firenze, Galleria l’indiano

Mostre collettive
2000 – Milano, Accademia delle belle arti di Brera, Sala Napoleonica, “Sogni di Carta. Arte dl disegno in Lombardia 1946-96”
1999 – Roma, XIII Quadriennale, “Proiezione”
1993 – Milano, Palazzo della Ragione, “La città di Brera”
1983 – Gallipoli, Castello Angioino, “Il filo dell’Acqua”
1980 – Porto, Museu Nacional de Soares dos Reis, “LIS 79”
1979 – Lisbona, Galleria de Belem, Lisbon International show, “LIS 79”
1976 – Ljubljana, Museo di Ljubljana, “Grafici Italiani Contemporanei”
1973 – Roma, X Quadriennale, “Situazione dell’Arte non Figurativa”
1972 – Sassari, Galleria il Cancello, “Esposito- De Filippi. Opera Grafica”
1971 – Milano, Palazzo della Permanente, “II Triennale dell’Incisione”

Testo critico
“Con coerenza ineccepibile, seppure sospesa tra un ordine precettuale costantemente eluso e le valenze emotive lucidamente saltate, la ricerca di Salvatore Esposito indaga un aspetto del profondo che interferendo con le percezioni ottiche e sensoriali produce una energia comunicativa a cui difficilmente ci si può sottrarre. La sua pittura, dunque, sollecitante e persuasiva, generata per accumulo organico, rivela una facoltà dello spirito che, per vie diverse e parallele, buona parte dell’arte di questo secolo rivendica e reclama e che, nel caso di Esposito, può essere sintetizzata con le stesse parole con cui G.C. Argan definì proprio Rothko, “Un contemplativo con le pupille dilatate”.”
C. Ceritelli, 1969

Bibliografia
M. Valsecchi, Salvatore Esposito, catalogo della mostra, Milano 1965;
M.Valsecchi, Salvatore Esposito, Milano, Shubert editore, 1971;
S. Desj, “Salvatore Esposito”, in La Nuova Sardegna, 10 ottobre 1979;
E. Consalves, “LIS-79”,in Lettera Artes, 15 novembre 1979;
T. Paloscia, “Pittura Lirica di Salvatore Esposito”, in La Nazione, 27 maggio 1987;
G. Turoni, “Mare Aperto di Gallipoli” in Corriere della Sera, 15 dicembre 1993;
M. Magnani, “Il mister della natura”, in La Nuova Sardegna, 4 aprile 1999;
Salvatore Esposito: pittura come incanto del paesaggio, catalogo della mostra, a cura di C. Cerritelli, Milano, Mazzotta, 1999.